La Nitteti, Madrid, s. n., 1756

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
  Appartamento terreno con vista di logge che conducono a’ giardini reali.
 
 AMASI e NITTETI, poi BUBASTE
 
 NITTETI
 E fia vero, o mio re? Varran sì poco
 dunque nel cor d'un padre
890i dritti di natura? Un figlio...
 AMASI
                                                       Un figlio,
 che pria di me se gli scordò, non merta
 ch'io gli rammenti. È reo di morte...
 NITTETI
                                                                    È reo;
 ma non l'istessa han sempre i falli istessi
 velenosa sorgente. È reo; ma sai
895che non ribelle avidità d'impero,
 non disprezzo de' numi, odio del padre
 gli armò la man. Fu giovanil furore,
 fu cecità d'amore. E chi può dirsi
 di tal colpa innocente? Ei Beroe adora;
900ei la perdea. Tu non conosci appieno
 qual virtù, qual bellezza il figlio accese.
 Ah son grandi, o signor, le sue difese.
 AMASI
 Beroe m'è nota; e più di quel che credi
 padre son io; ma di giustizia io deggio
905non di deboli affetti
 oggi prove all'Egitto. Oggi conversi
 tutti son gli occhi in me. Da me ciascuno...
 NITTETI
 Ciascun da te dimanda
 clemenza e non rigor. Mostrati e udrai
910delle supplici voci a pro del figlio
 il grido universal. Se a te non puoi,
 donalo al comun voto,
 donalo al mio. Dal tuo favor, da tante
 tue regie offerte autorizata assai
915ad implorar mi credo,
 signor, grazie da te. Questa io ti chiedo.
 AMASI
 Olà. D'Aprio una figlia
 dà legge allor che implora. Olà, Bubaste,
 all'oscuro recinto
920ov'è Sammete affretta il passo.
 NITTETI
                                                          (Ho vinto).
 AMASI
 Digli che salvo il vuole
 Nitteti offesa, e ch'io consento a patto
 che grato ei sia. Purché ad offrirle in dono
 venga il cor con la destra, io gli perdono.
 NITTETI
925(Oimè!)
 BUBASTE
                   Volo. (Volendo partire)
 NITTETI
                               Che fai? Quest'è castigo,
 Amasi, e non perdono. Io mai non chiesi
 prezzo dell'opra mia.
 AMASI
                                         Ma l'opra istessa
 il chiede assai.
 NITTETI
                              Dunque m'ascolta. (Ah tutto
 per salvarlo si tenti). Invan tu fai
930d'un infelice figlio
 violenza all'amor. Sempre sarebbe,
 bench'ei cedesse, il tuo pensier deluso.
 Io (soffritelo affetti) io lo ricuso.
 AMASI
 Ricusalo se vuoi; ma venga ed offra
935materia al tuo rifiuto.
 NITTETI
                                          Inutil cura.
 AMASI
 Ah generosa! Invano
 la tua celar pretendi
 ingegnosa pietà. Vuoi salvo il figlio;
 ostinato il conosci; e di sottrarlo
940al cimento procuri. Io che t'ammiro
 secondarti non deggio. I sensi miei,
 Bubaste, udisti. A lui gli reca e torna
 a me co' suoi. (Parte Bubaste)
 NITTETI
                             Dunque?
 AMASI
                                                 Ho deciso. O ceda
 o aspetti il suo castigo.
 NITTETI
                                            (Ah di salvarlo
945facciam l'ultime prove). (In atto di partire)
 AMASI
 Dove, Nitteti?
 NITTETI
                             Ad arrossirmi altrove. (Parte)
 
 SCENA II
 
 AMASI, indi AMENOFI
 
 AMASI
 Ah de' falli del figlio in parte è reo
 il mio soverchio amor. Poco, or m'avveggo,
 il mio cor gli celai. Troppo conosce
950che il punirlo è punirmi e forte il rende
 la debolezza mia. Ma s'ei non cede
 giudice e re... No; cederà. Si sprezza
 da lungi, il so, ma non si guarda poi
 con la costanza istessa
955il momento fatal quando s'appressa.
 AMENOFI
 Con sollecita istanza
 d'Iside il sacerdote
 chiede, signor, che tu l'ascolti.
 AMASI
                                                         Intendo.
 Del tempio profanato
960vorrà vendetta.
 AMENOFI
                               A me nol disse. Ei reca
 un chiuso foglio ed uom canuto ha seco
 che alla spoglia mi parve,
 non ai detti, un pastor.
 AMASI
                                            Che fia! S'ascolti. (In atto di partire)
 Tu qui Bubaste attendi e quando ei giunga
965sollecito m'avverti. (Come sopra)
 AMENOFI
                                      Eccolo.
 AMASI
                                                     Oh dei! (Dopo essersi rivoltato e guardato attentamente Bubaste dentro la scena)
 In quella fronte oscura
 leggo la mia sventura.
 
 SCENA III
 
 BUBASTE e detti, indi BEROE
 
 AMASI
                                           E ben? (Con premura a Bubaste)
 BUBASTE
                                                           Signore... (Con timore tardando in rispondere)
 AMENOFI
 Dunque ad onta di tante
 grazie, Sammete è ancor ribelle?
 BUBASTE
                                                              È amante. (In atto di scusa)
 AMASI
970Dunque non han più loco
 né ragione in quel core
 né timor né pietà?
 BUBASTE
                                     L'occupa amore. (Come sopra)
 AMASI
 L'occuperà per poco. (Esce Beroe e resta indietro) Un sangue reo
 si versi ancor che mio. (Con molto sdegno in atto di partire)
 BEROE
                                             Misera!
 AMENOFI
                                                              Ah pensa...
 AMASI
975Tacete. Alcun di lui (Con molto sdegno)
 più non osi parlarmi. È chi il difende
 reo dell'istessa pena. (Partendo)
 BEROE
 Ah signor per pietà, m'odi e mi svena. (Amasi si rivolge, Beroe si getta a’ suoi piedi)
 AMASI
 Beroe, sorgi; che vuoi?
 BEROE
                                            L'amor del figlio,
980la pace del tuo regno,
 la tua felicità. Tutto io ti tolsi,
 tutto ti renderò. L'ira sospendi
 finché al prence io favelli. Io tel prometto
 pentito, ubbidiente,
985sposo a Nitteti e in questo dì.
 AMASI
                                                        Ch'io speri
 d'un figlio reo l'emenda
 dalla cagion che l'ha sedotto?
 BEROE
                                                       Il ferro
 atto a ferir può risanar. Ti fida,
 credimi.
 AMENOFI
                   Ah sì. Rammenta
990Aprio e il tuo giuramento. È d'altri il figlio;
 sai che il devi a Nitteti.
 AMASI
                                             Ei la ricusa.
 BEROE
 L'accetterà. Lascia ch'io parli.
 AMASI
                                                        A lui
 va' se vuoi; non tel vieto;
 ma ritorna a momenti.
 BEROE
                                             I suoi custodi
995mel vieteran.
 AMASI
                            Del regio assenso il segno
 questa gemma sarà. Va'; ma vedrai (Le dà l’anello)
 ch'oltre ragion del tuo poter presumi.
 BEROE
 (Or la vostra assistenza imploro, o numi). (Parte in fretta)
 AMASI
 
    Se un tenero disprezza
1000pietoso padre in me,
 d'un giudice e d'un re
 soffra il rigore.
 
    Sarebbe or debolezza
 d'Amasi la pietà;
1005Amasi non avrà
 questo rossore. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 AMENOFI e BUBASTE
 
 AMENOFI
 Dove, Bubaste?
 BUBASTE
                                Appresso al re.
 AMENOFI
                                                             Non puoi.
 BUBASTE
 Perché?
 AMENOFI
                  D'Iside è seco
 il sacerdote.
 BUBASTE
                         Il sacerdote! Ei mai
1010non lascia il sacro albergo
 senza grave cagion. T'è nota?
 AMENOFI
                                                       Un foglio
 in man gli vidi ed un pastore al fianco.
 Altro non so.
 BUBASTE
                          Contro Sammete il padre
 forse irritar vorrà.
 AMENOFI
                                    Deh tu, che sei
1015sempre d'Amasi a lato, i moti osserva
 del confuso suo cor. Se qualche atroce
 gli uscisse mai dal labbro
 improvviso comando,
 sospendilo, m'avverti. Il caro amico
1020merta pietà.
 BUBASTE
                          Nel portico vicino
 Amasi attenderò. Tutto saprai;
 fidati a me. L'opporsi al suo rigore
 è di fida pietà saggio consiglio.
 Conserva il re chi gli conserva il figlio.
 
1025   La mia virtù sicura
 parla d'entrambi al cor;
 dal figlio il genitor
 no, non divide.
 
    Saria d'ogni sventura
1030fra lor comune il duolo;
 e chi ne salva un solo
 entrambi uccide. (Parte)
 
 SCENA V
 
 AMENOFI solo
 
 AMENOFI
 Ah proteggete, o numi,
 questo re, questo regno. Ubbidienza
1035inspirate a Sammete. E sposo... Oh dio!
 Nitteti perderei.
 Come! E gli affetti miei faran contrasto
 al voto di ragion? No; sono amante
 ma sì debol non sono.
1040Della ragion col dono il ciel distinse
 gli uomini dalle fiere; e sì geloso
 del dono io son che risentir lo voglio
 in quegl'impeti ancora
 che alle fiere ho comuni. Uom che si scorda
1045del privilegio suo, qualor lo sproni
 o l'amore o lo sdegno,
 è ingrato al cielo e d'esser fiera è degno.
 
    Sì, mio core, intendo, intendo,
 tu contrasti e ti lamenti;
1050tu sospiri e mi rammenti
 la tua cara servitù.
 
    No, mio cor, fra' tuoi martiri
 che sospiri io non contendo,
 purché siano i tuoi sospiri
1055un trofeo della virtù. (Parte)
 
 SCENA VI
 
  Fondo oscuro di antica torre chiuso in varie parti da’ rugginosi cancelli che lasciano vedere in lontano le ruvinose scale per cui vi si scende.
 
 BEROE e SAMMETE disarmato
 
 SAMMETE
 Come! Sposo a Nitteti (Turbato)
 Beroe mi vuol?
 BEROE
                               Sì, caro prence, e prima (Sollecita e affannata)
 che il sol giunga all'occaso. Or non si tratta
 di grado, di decoro,
1060di ragion, di dover. Quest'imeneo
 della tua vita è il solo prezzo. Al padre
 io l'ho promesso e il fatal colpo appena
 ho sospeso così. Non v'è più tempo
 d'esaminar; salvati, vivi, io prego,
1065io consiglio, io comando.
 SAMMETE
                                               E ad altra sposa (Con ironia lenta ed amara)
 tranquillamente in braccio...
 BEROE
                                                      Ah tu non dei (Con tenerezza)
 saper com'io mi senta
 in questo punto il cor.
 SAMMETE
                                           La tua costanza
 lo palesa abbastanza.
 BEROE
                                         E ben se vuoi, (Con rassegnazione affettata)
1070credi pur ch'io non t'amo. Al nuovo laccio
 per punirmi t'affretta,
 conserva la tua vita e sia vendetta.
 SAMMETE
 Non è facile impresa
 l'imitarti, o crudel.
 BEROE
                                     Sarei pietosa
1075se spirar ti vedessi? Ah prence amato, (Con passione)
 volan gl'istanti; il re m'attende. Ah cedi
 al padre, al fato, al mio dolor.
 SAMMETE
                                                       Ch'io stringa, (Con ammirazione)
 sposo, altra man...
 BEROE
                                    Sì, la tua Beroe il vuole, (Con dolcezza ed affetto)
 l'arbitra, mel dicesti,
1080son pur io del tuo cor.
 SAMMETE
                                          Che pena! (Dubbioso)
 BEROE
                                                               Io tremo,
 io palpito, io mi sento
 tutto il sangue gelar nel tuo periglio.
 Prence, pietà. La chiedo (Tenerissima)
 per quei teneri sguardi,
1085per quei sospiri onde a parlar fra loro
 hanno ne' primi istanti
 le nostre incominciato anime amanti.
 SAMMETE
 Oimè!
 BEROE
                Sì, lo conosco, (Con ilarità e fretta)
 sei già disposto a consolarmi. Al padre
1090del lieto avviso apportatrice io volo. (In atto di partire)
 SAMMETE
 Ferma, Beroe. (Con premura anziosa)
 BEROE
                              Perché?
 SAMMETE
                                               Troppo pretendi; (Risoluto)
 io non posso; io non voglio; io di Nitteti,
 rovini il ciel, non sarò mai consorte.
 BEROE
 Dunque della tua morte (Grave, torbida e lenta)
1095spettatrice mi vuoi? No; (Si slontana) questa pena
 per un'anima fida è troppo amara.
 Guarda, se non lo sai; guardami e impara. (Snuda uno stile)
 SAMMETE
 Fermati. (Movendosi per avvicinarsi e trattenerla)
 BEROE
                     Affretti il colpo (Solleva il braccio in atto di ferirsi)
 se d'un passo t'appressi.
 SAMMETE
                                               Ah Beroe, ah cara (Arrestandosi)
1100parte dell'alma mia,
 pietà.
 BEROE
              Quella che ottenni
 ti rendo, ingrato. (In atto di ferirsi)
 SAMMETE
                                   Ah no; prescrivi, imponi, (Slontanandosi)
 di' qual mi brami.
 BEROE
                                     Ubbidiente al padre, (Con autorità)
 fido sposo a Nitteti e de' tuoi giorni
1105rispettoso custode.
 SAMMETE
                                     E ben, deponi (Con sommissione)
 dunque, o cara, l'acciar. Pronto son io
 tutto, tutto a compir.
 BEROE
                                         Giuralo. (Autorevole come sopra)
 SAMMETE
                                                           Oh dio! (In atto supplichevole)
 Che tirannia! Beroe, mia vita...
 BEROE
                                                           Ingrato! (Grave, torbida e minacciosa)
 Dunque delusa io sono,
1110se di te m'assicuro?
 Ah vedimi morir. (Risoluta in atto di ferirsi)
 SAMMETE
                                    Fermati; io giuro.
 Getta quel ferro. Esecutor fedele
 sarò de' cenni tuoi. Lo giuro a' numi;
 lo giuro a te, cor mio.
 BEROE (Getta lo stile e s’abbandona come stanca)
1115(Oh vittoria crudel!) Sammete addio. (In atto di partire)
 SAMMETE
 Dove sì presto?
 BEROE
                               Al re.
 SAMMETE
                                            Sentimi almeno,
 pria che a lui t'incamini.
 BEROE
 No, prence. I suoi confini
 ha la nostra virtù. N'arrischia il frutto
1120chi quelli eccede. È l'abusarne ormai
 temerità. Fu cimentata assai.
 
    Bramai di salvarti;
 già salvo ti vedo.
 Dal ciel più non chiedo;
1125mi basta così.
 
    Vuoi grato mostrarti?
 Del duol tuo funesto
 procura che questo
 sia l'ultimo dì. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 SAMMETE solo, indi NITTETI con seguaci armati
 
 SAMMETE
1130Misero, che giurai? Come da quella
 dividermi per sempre, onde diviso
 viver non posso un solo istante! Ah troppo
 per soverchia pietà, Beroe crudele,
 ah tu non sai... Ma quale
1135di ruginosi cardini improvviso
 stridore ascolto? Inusitato ingresso
 s'apre colà. Chi fia? Nitteti! Oh stelle!
 Ed armati con sé! La sua vendetta
 fra quest'orride forse ombre segrete
1140a nasconder verrà.
 NITTETI
                                     Fuggi, Sammete.
 Chi fece il tuo periglio
 ti reca libertà. Chiusa ogni via
 han trovata i miei prieghi al cor del padre;
 questa l'oro m'aprì. (Accennando la porta per la quale è venuta) Gli altri riguardi
1145il mio dover tutti ha posposti.
 SAMMETE
                                                        È tardi.
 NITTETI
 Tardi sarà, se non risolvi. Un solo
 de' reali custodi
 che ascolti, che s'avvegga... Ah prence, ah fuggi,
 non t'arrestar.
 SAMMETE
                             Non è più tempo.
 NITTETI
                                                               Ingrato!
1150Dalla mia man ti spiace
 la vita ancor. Va'; non temer; non chiedo
 mercé dell'opra.
 SAMMETE
                                 Oh dio, Nitteti! (Con impazienza)
 NITTETI
                                                               Intendo.
 Perder Beroe paventi,
 lasciandola così. Va' pur. L'avrai;
1155io ne sarò custode;
 a te si serberà.
 SAMMETE
                              Qual nuovo è questo
 eccesso di virtù! Dopo un rifiuto...
 
 SCENA VIII
 
 BUBASTE e detti
 
 BUBASTE
 Prence, ti chiede il re.
 NITTETI
                                           (Tutto è perduto).
 SAMMETE
 Giunse già Beroe al re?
 BUBASTE
                                             No; ma desia
1160Amasi di vederla. Io per cammino
 in lei m'avvenni e l'affrettai.
 SAMMETE
                                                      Che vuole
 il genitor da me?
 BUBASTE
                                  Nol so. Lasciai
 d'Iside seco il sacerdote; e solo
 te condurgli m'impose; andiam; ci attende;
1165non l'irritiam.
 NITTETI
                             Deh non esporti. (A Sammete) Amico, (A Bubaste)
 salviam Sammete. Io quel cammin gli apersi,
 ei può, se non t'opponi...
 SAMMETE
                                               Ah d'agitarti
 per me cessa, o Nitteti. Al padre è forza
 ch'io mi presenti.
 NITTETI
                                   Ed incontrar non temi
1170i paterni rigori?
 SAMMETE
 Son finiti ah purtroppo i miei timori.
 
    Decisa è la mia sorte;
 tutto cangiò d'aspetto;
 più non mi trovo in petto
1175né speme né timor.
 
    La vita ormai, la morte,
 il trono o le ritorte
 indifferente oggetto
 divennero al mio cor. (Parte con Bubaste)
 
 SCENA IX
 
 NITTETI sola
 
 NITTETI
1180Volubile, incostante
 la fortuna è per gli altri, a danno mio
 solamente l'istesso
 ostinato tenor sempre mantiene.
 Né ottener né salvar posso il mio bene.
 
1185   Son pietosa e sono amante
 e nemica ho la fortuna
 nell'amor, nella pietà.
 
    Mai felice un solo istante
 non provar fin dalla cuna
1190è crudel fatalità. (Parte)
 
 SCENA X
 
  Reggia di Canopo riccamente adorna. Magnifica scala in prospetto ed illuminata in tempo di notte per festeggiare l’arrivo del nuovo re.
 
 AMASI con foglio in mano ed AMENOFI. Grandi d’Egitto, nobili, etiopi, oratori delle provincie, paggi, guardie reali e numeroso seguito d’altre nazioni, indi BEROE, poi SAMMETE con BUBASTE e finalmente NITTETI
 
 AMENOFI
 Ma qual gioia improvvisa, (Alla destra d’Amasi)
 signor, ti ride in volto? Ah la mia fede
 merita pur ch'io n'entri a parte.
 AMASI
                                                            Amico,
 tu vedi de' mortali
1195oggi il più lieto in me. Sappi...
 BEROE
                                                         È compito, (Alla destra d’Amasi)
 Amasi, il mio dover. Sammete...
 AMASI
                                                             Ah dove,
 dov'è? Tanto al mio ciglio
 perché tarda ad offrirsi?
 SAMMETE
                                               Ah padre. (Gettandosi in ginocchioni alla sinistra del padre)
 AMASI
                                                                    Ah figlio.
 SAMMETE
 Pentito, ubbidiente
1200eccomi a' piedi tuoi. Del fallo mio
 il castigo a soffrir pronto son io.
 AMASI
 Sorgi. Il tuo pentimento
 chiede premio e l'avrà. D'Aprio la figlia
 ti renderà felice. E Beroe istessa
1205non ne sarà gelosa.
 SAMMETE, BEROE
 (Oh dio!)
 AMASI
                     Questa è Nitteti; ed è tua sposa. (Prende senza fretta Beroe per mano e la conduce a Sammete)
 SAMMETE
 Che mai dici?
 BEROE
                             Io Nitteti! (Esce Nitteti e l’ascolta)
 SAMMETE
 Come esser può?
 AMASI
                                  Non dubitar del dono,
 la tua Beroe è Nitteti.
 NITTETI
                                          Ed io chi sono?
 AMASI
1210Ah vieni, amata figlia, (Le va incontro, l’abbraccia e resta alla destra di Beroe)
 vieni al mio seno.
 NITTETI
                                   Io figlia tua?
 AMASI
                                                             Sì, quella
 Amestri che bambina
 già piansi estinta.
 BEROE
                                    Io nulla intendo. (Ad Amasi)
 AMASI
                                                                    Ascolta.
 La real madre tua perdé la vita
1215nel darla a te. Da un subito in quel giorno
 moto ribelle Aprio a fuggir costretto,
 te in fasce alla mia sposa
 per celarti fidò. Grave ella il seno
 di parto ormai maturo, e Amestri è quella
1220ch'espose poi, lenta fuggia. S'avvenne
 in un pastor; tacque il tuo stato; e a lui
 come Beroe ti diede. Aprio in Canopo
 tornò poi vincitor. Da lei richiese
 il confidato pegno; ella, il nascosto
1225pastor cercato invano, Amestri estinta
 a far credere attese.
 La publicò Nitteti; e al re la rese.
 SAMMETE
 Tutto ciò donde sai?
 AMASI
                                        Da questo foglio
 che impresso di sua man la mia consorte
1230d'Iside al sacerdote
 morendo consegnò.
 BUBASTE
                                      Dunque celato
 perché fu fin ad or?
 AMASI
                                       Temea la sposa
 ch'Aprio si vendicasse e dell'inganno
 e della sua mal custodita figlia
1235in Sammete ed in me; quindi prescrisse
 che a tutti, Aprio vivendo,
 si tacesse l'arcano.
 NITTETI
                                    Anche al consorte?
 AMASI
 Sì. L'esatta mia fé, la mia paterna
 tenerezza sapeva e mi suppose
1240complice mal sicuro.
 AMENOFI
                                        E chi n'accerta,
 soffri il mio zel, che questa Beroe è quella?
 Non può supporne altra il pastor?
 AMASI
                                                               No; quando
 a lui la consegnò, cauta la sposa
 con un acciar di queste note impresse (Mostra i caratteri nel foglio)
1245il destro alla bambina
 tenero braccio ove alla man confina.
 BEROE
 È vero. Eccole; osserva. (Ad Amasi)
 AMASI
                                              Il so. Poc'anzi
 Inaro già mel disse.
 BEROE
                                       Inaro! Ah dove
 è il padre mio?
 AMASI
                               Seco il conduce al tempio
1250d'Iside il sacerdote
 che d'un doppio imeneo va per mio cenno
 a prepararsi il rito. Oggi d'Amestri
 voglio sposo Amenofi. Ed alla vera
 Nitteti il mio Sammete.
 AMENOFI
                                              E al cor d'Amestri
1255posso aspirar?
 NITTETI
                              T'è ben dovuto.
 BEROE
                                                            Io temo,
 Sammete, di sognar.
 SAMMETE
                                         Mia Beroe, io sento
 che angusto il core a tanta gioia...
 AMASI
                                                              Ancora
 tempo, o figli, non è di sciorre il freno
 a' vostri affetti. Oggi propizio il cielo
1260diè per voi di clemenza un raro esempio.
 Prima al tempio si vada.
 TUTTI
                                               Al tempio, al tempio.
 CORO
 
    Temerario è ben chi vuole
 prevenir la sorte ascosa,
 preveder dall'alba il dì.
 
1265   Chi sperar poteva il sole,
 quando l'alba procellosa
 questo giorno partorì?
 
 FINE DELL’ATTO TERZO